Musica e comunicazione: dalle community a Spotify – Intervista a Marco Solforetti

Oggi parliamo di musica e comunicazione e lo facciamo con Marco Solforetti, Music Branding Specialist per alcuni dei più famosi hotel in Italia e nel Mondo, come Four Seasons, St.Regis, Belmond, Starhotels, The Leading Hotels, Autograph Collection e Fondatore e Sound Director di Tailor Music.

Marco, tu ti occupi di qualcosa di veramente molto speciale e sottile che condiziona l’esperienza degli ospiti, quanto ti aiuta o ti ha aiutato la comunicazione online nel trasmettere la tua professione?

“La comunicazione on-line è fondamentale nel nostro sistema di marketing e di acquisizione clienti. Soprattutto da quando abbiamo rivisto il posizionamento, collocandoci nel settore degli hotel di lusso, il fatto di avere su Linkedin gran parte del nostro target ci ha permesso di fare una comunicazione sartoriale proprio nello stile di Tailor Music, che identifica proprio la “musica su misura”. In primis, preparando dei contenuti “ad hoc”, traducendo studi universitari autorevoli da tutto il mondo e rendendoli umanamente leggibili con dei pdf grafici e testuali che li riassumono. Come secondo step, scrivendo degli articoli mirati. Per ultimo, condividendo alcune rubriche come 1 Ora di Tailor o Positive Vibration. Mentre scrivo è in preparazione Smart Working Music, la rubrica studiata apposta per accompagnare il lavoro dalla propria postazione.

In questo periodo così impegnativo, ognuno di noi è tenuto a fare la propria parte e dare il meglio. Ecco che aiutare a creare il giusto contesto lavorativo, anche grazie alla Musica, mi ha portato ad approfondire un tema che da tempo stavo già sperimentando. Con i feedback delle persone che sperimenteranno questi soundscape, riusciremo a migliorare l’utilizzo della Musica negli ambienti lavorativi, che in questo caso non si rivolgono al pubblico presente in ufficio ma alla singola persona che lavora da casa.
Ecco perché la comunicazione on-line è molto importante.”

Tu usi molto Spotify, che in un certo senso è una community online, qual è il tuo approccio a questa piattaforma?

“Ho un background da Dj. Una professione che mi ha insegnato un metodo, sia per la ricerca dei suoni e della musica, che per la creazione di momenti emozionali. Ogni brano che inserisco in una playlist ha uno scopo preciso. Da quando ho scoperto Spotify è cambiato totalmente il mio modo di lavorare. Nella fase di scouting ed in quella creativa. Inoltre è una piattaforma perfetta per lo sharing. Avere sempre a disposizione 30 milioni di brani è sicuramente un vantaggio per chi sa cosa, dove e come cercare la musica giusta. E anche il sistema interno per organizzare il lavoro è il massimo di quello che si può richiedere. Attenzione però, perché Spotify, come YouTube, hanno dato la possibilità a molti di inventarsi dj o music designer.

Questa situazione ha portato molta confusione fra coloro che cercano soluzioni a basso costo, o addirittura a costo zero. Perché spesso, quando parliamo di Musica, abbiamo maturato la pretesa che sia gratis. Spotify stessa crea playlist in modo automatico grazie ad un algoritmo che produce raccolte dedicate ad un ascolto dozzinale. È un po’ come entrare in casa delle persone e vedere i soliti mobili Ikea.

Diciamo che in realtà, quando vogliamo condizionare in modo positivo l’esperienza degli Ospiti e renderla unica. non funziona così. Al contrario, lo studio del messaggio sonoro e la personalizzazione sartoriale è l’unica via corretta. E per raggiungere questo scopo, c’è un percorso da percorrere.”

Vi lasciamo con una piccola chicca creata da Marco e vi diamo appuntamento alla prossima intervista!

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